Molti credono che si tratti di manipolazione psichica.
Altri la vedono come una tecnica da mentalista.
Alcuni addirittura pensano sia una pratica esoterica.
La verità è che pochi in Italia conoscono l’utilità dell’ipnosi in ambito medico (solo il 19% degli intervistati), nella terapia del dolore (29%) e nel trattamento di patologie specifiche (16%).
Sono i risultati della prima Indagine sull’ipnosi in Italia. Realizzata dal Centro di Ipnosi Clinica di Roma in collaborazione con la rivista critica di neuroscienze Brainfactor.
La ricerca, integrata da una inchiesta realizzata dagli studenti della Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, rileva una società in cui “una grande confusione generale” regna sovrana.
Uno stato alimentato certamente da una buona dose di disinformazione e da “molte definizioni, molte teorie” sfornate da un settore che stenta ancora a comunicare punti fermi chiari e comprensibili.
Nonostante ciò, il 57% degli intervistati si dichiara propenso a “provare”, manifestando i primi segnali di una domanda destinata ad aumentare.
Questo dato, insieme a un trend già consolidato a livello internazionale, fa ben sperare per il futuro.
Prendiamo ad esempio la Germania.
“In Germania sono ormai migliaia gli operatori sanitari che utilizzano l’ipnosi”, riporta il quotidiano tedesco in lingua inglese The Local.
E i dentisti che la usano per preparare i pazienti agli interventi, per alleviare il dolore post-operatorio, per velocizzare il periodo di convalescenza, sono sempre di più, come è emerso al recente congresso della Deutsche Gesellschaft für Zahnärztliche Hypnose (DGZH), l’associazione tedesca di ipnosi odontoriatrica.
Nella comunità scientifica è ormai assodato che con l’ipnosi è possibile potenziare l’effetto terapeutico dei trattamenti, risparmiando allo stesso modo tempo e denaro.
Adesso non resta che rendere accessibile questo miglioramento a tutti i pazienti.
Fonte: “Indagine sull’ipnosi in Italia. Studio pilota sulla conoscenza della pratica ipnotica in Italia: risultati, prospettive di ricerca, proposte di intervento”, Società Italiana di Ipnosi, Verona 2016.